ORIGINI

La Petite maison des sons et lumières viene fondata nel 1995 nei suggestivi locali di un vecchio palazzo del centro storico di Fermo. A fondarla è Danilo Cognigni che trova ispirazione per il nome e per la filosofia di conduzione nell’importante fondazione omonima nata in territorio francese nei primi del secolo scorso.

L’impronta francofona di partenza non vuole distinguersi soltanto attraverso il sofismo linguistico ma, piuttosto,vuole trovare consistenza nel particolare percorso di studi che Danilo Cognigni aveva intrapreso in Francia negli anni ‘80: al tempo aveva infatti frequentato un corso parauniversitario a gestione autonoma presso l’ Ecole des Beaux-Arts, a Parigi, patrocinato dalla Université de Vincennes à Saint-Denis. Il piano di studi - istituito solo da pochissimi anni - affondava le sue radici in tematiche come l’educazione visiva e l’estetica dell’immagine.

I modelli inscritti da Roland Barthes venivano “aggiornati” da una nuova materia, pressoché sconosciuta e ignorata in Italia, la “photographie pulsionelle”, tradotto in fotografia pulsionale.

La fotografia pulsionale trae spunto dal pensiero di J.-F. Lyotard alla luce del concetto di “figurale” e successivamente ripreso, elaborato e collegato al “visivo fotografico” da Frank Popper.

La Petite maison des sons et lumières di Fermo nasce quindi, da un’idea germinale messa a dimora nella fecondità dell’estetica della fotografia; in breve tempo evolve, sviluppando un vivace organismo di ricerca che determina poi l’intera traiettoria di crescita.

 

PERCORSO E FILOSOFIA

Nel primo anno di esercizio (1995) l’attività si limita a due corsi di fotografia pulsionale.

Successivamente laPetite maison des sons et lumières diviene un’associazione, mai istituita e mai formalizzata legalmente seppure regolata da precisi ideali e scopi statutari. Il vero patrimonio associativo consiste nella vivacità di un fare comune, “senza manifesto”, mosso dal puro desiderio di creare cultura “avanzata” in un territorio dove essa manca e dove spesso viene rifiutata.

Il centro culturale Petite maison des sons et lumières, persona giuridica privata senza fine di lucro, persegue scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo del pensiero artistico/culturale e vede come interesse primario le arti visive. La fotografia e il cinema rappresentano le discipline “cartesiane” di riferimento che delimitano il campo di esplorazione.

Materie collaterali come la letteratura, la poesia, la musica e l’antropologia arricchiscono incisivamente l’intera indagine di ricerca agendo come legante sistemico nel processo di sviluppo del senso e del pensiero. Ricerche ed espressioni che non vogliono dare risposte immediate e definizioni conclusive. Piuttosto è bene sempre intenderle come semplici e naturali azioni reattive spinte e sollevate dalle intelligenze; contributi creditizi destinati all’arricchimento del senso umano e sociale; costruzioni culturali assolutamente non “verticali” e svincolate dalle “illusioni” formali.

Forse tutto questo “fahre” può essere inteso come una forma d’arte, risultare come semplice tentativo di rappresentazione,oppure e meglio ancora avvertito come la ricerca di un identità che si tramuta in figura.

Dal 1995 in poi “la piccola casa di luci e suon ”si va caratterizzando come uno dei centri di propulsione di una cultura dinamica e moderna. A partire dal 1997 organizza incontri spesso di grande rilievo, ospita esposizioni di artisti nelle varie discipline dell’arte figurativa, collabora con importanti pubblicazioni (editoriali), invita prestigiosi esperti a “raccontare” la loro materia, ospita importanti musicisti, dando corso alla proiezione di particolari selezioni di film straordinari assolutamente ignorati dalle comuni sale cinematografiche.

 

INTENTI

Nel 2009, alle soglie del 15° anno di ininterrotta attività, la Petite maison des sons et lumières, avverte un’esigenza più forte: uno sviluppo capace di propagarsi oltre la circolarità interna con l’esposizione allargata delle esperienze e con un ulteriore ed evoluto affinamento concettuale. Un estensione ancora più coinvolgente, capace di condurre a nuovi codici e che abbia la possibilità di reciproco riconoscimento.

Attenta a non scivolare nella retorica, la Petite maison des sons et lumières vuole lanciare segni e segnali producendo richiami di sempre maggiore intensità: parlare, scrivere, fotografare, suonare: cercare meticolosamente di trattenere qualcosa, di far sopravvivere qualcosa; strappare qualche frammento al vuoto che ci si scava intorno, lasciare, da qualche parte un solco, una traccia, un’impronta o qualche segnale.

Una nuova “piccola casa” delle costruzioni, che sappia produrre materiali fuori catalogo: evidenze che vanno oltre la schiuma dei fenomeni, di tutti quelli massivi che ammiccano quasi sempre ad espressioni piene di additivi, colorate di insignificanza.

Una nuova “piccola casa” che sappia comunicare al di là degli slogan sorridenti, oltre il consumo di evasione, oltre il turismo dell’arte.

E così, tra la Petite maison des sons et lumières e l’Assessorato alla Cultura del Comune di Porto Sant’Elpidio viene sottoscritto un importante protocollo di intenti destinato allo sviluppo di un CENTRO INDIPENDENTE DI RICERCA DI STUDIO E DI DIVULGAZIONE DELLA CULTURA DELL’IMMAGINE.