Anima, questo è il termine a cui fanno riferimento tutti gli addetti che esercitano nell’ambito dell’animazione.
La presunzione di chi esercita questa professione consiste nel “sagomare” un soggetto fornendolo di “vita“; nella convinzione che un personaggio senza anima non sarà mai in grado di raccontare nulla.
Sono trascorsi 120 anni dalla storia del burattino di Collodi; dal gesto di creazione di Mastro Geppetto il pezzo di legno diviene vivente, fino a possedere coscienza e anima. Una frase presente all’inizio del romanzo contiene già l’intero senso del discorso: (...) - Ma da dove sarà uscita questa vocina che ha detto <<Ohi>>?.. Eppure qui non c’è anima viva.
Pinocchio rappresenta la radice semiotica dell’intero linguaggio dell‘animazione e soprattutto il concetto coniugato in “movimento-anima”.

È inoltre fondamentale osservare come questa parola (dal latino anima, connesso col greco ànemos, “soffio”, “vento”) nella letteratura del mondo dei cartoni animati, scavalcando tutti i precetti linguistici, sia stata ontologicamente riconiugata divenendo un vero e proprio paradigma letterario. Ad esempio nei paesi anglosassoni, dove la traduzione letterale della parola anima corrisponderebbe a soul, nell’ arte del cartone animato essa è stata declinata in animation. Stessa trasposizione nel lontano Giappone, dove il termine anime altro non è che un adattamento della parola animation.

Lo scopo della rassegna è quello di mostrare una particolare “articolazione” cinematografica che tendenzialmente viene preclusa ad ampie platee. Film di animazione, cartoni animati per intenderci, disegnati a mano, creati al computer, oppure fotografati in stop-motion. Lo studio e la propedeutica che la petite maison des sons et lumirès intende ad essi dedicare, si soffermeranno: sui contenuti, sullo sviluppo narrativo, sul grado d‘inventiva, sulla semiotica specifica del linguaggio, sulla scelta delle soluzioni cromatiche, sull’ingegno tecnicistico ‚ sugli equilibri, sulle genialità registiche, ecc..

La magia di un segno animato ha sempre ammaliato gli occhi degli spettatori; bambini o adulti che essi siano stati. Animare il “segno” è un’ arte antica, inventata molto tempo prima del cinema, basti ricondurre il pensiero alla tecnica delle ombre cinesi, oppure ancora più lontano alle incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) dove l”animazione” avveniva attraverso l‘evocazione del movimento, oppure al “senso” di vita iconograficamente rappresentato dalla presenza del Sole, oppure dal ciclo delle stagioni.
Tuttavia è ancora forte il ritegno da parte degli adulti nell’ammettere questa innocente attrazione, tant’è che la puntuale scusa per poter prender parte alla visione si nasconde dietro l’accompagnare i propri figli al cinema.
Purtroppo questa devianza culturale e i fattori d’inibizione ne impediscono la distribuzione, e quindi la visione.
Un film non concepito secondo la logica che a cartone animato corrisponde bambino rischierebbe una scarsità d’incasso.

Otto incontri di CINEMA di qualità, otto lungometraggi che hanno segnato la storia dell’Animazione, otto importanti occasioni d’incontro con straordinari capolavori, sono la risposta di soccorso a questa mancanza. Ad ogni proiezione precederà la visione di cortometraggi d’autore e da dibattiti sull’arte e sulle tecniche dell’animazione. La selezione proposta non prevede lungometraggi americani, un atteggiamento ben calibrato e non motivato per sentimento antiamericano, il consumato termine potrebbe rischiare di apparire come caricatura di pregiudizi e non criticamente fondato; non mancherebbero, infatti, opere meritevoli.
Il vero motivo di questa rinuncia trova la giustificazione nel semplice fatto che tutta l’animazione d’oltreoceano, dagli albori di Disney alla Pixar odierna, è già abbondantemente depositata nella nostra memoria e gli scaffali delle distribuzioni home straripano di merce standardizzata destinata al grande consumo.
Al monopolio delle etichette però si contrappone un antagonista; il cartone animato d’autore, e questo nasce principalmente al di fuori delle major americane. Tutto il cinema animato made in USA è limitato al prodotto stesso; ben pochi ricorderanno i nomi dei registi dei pluripremiati film della Pixar, mentre in molti saranno a riconoscere i capolavori dello studio Ghibli con il maestro Miyazaki.

Molti dei film selezionati provengono dal Giappone, ed anche in questo caso la scelta non è casuale.
La paternità del cartone animato risiede in America, ma sono in molti a credere erroneamente che esso sia nato nel paese del sol levante.
I nipponici, come abitudine tipicamente da essi assunta quando si parla di prodotti, nei primi approcci con questo genere di produzione hanno copiato modalità narrative e utilizzato artefatti visivi emulando Disney. L’uso dei limitati e rudimentali mezzi tecnici utilizzati negli esordi hanno però generato una “forma“ nuova caratterizzata da creatività e fantasia slegate da qualsiasi forma di censura culturale. Oltre al made in Japan molti altri Paesi ci hanno regalato film straordinari, in Europa esiste una grande tradizione nel cinema d’animazione, e senza ombra di dubbio la Francia ne rappresenta la punta di diamante. Anche l’Italia ha scritto la sua pagina gloriosa grazie ad artisti del calibro di Bozzetto, Luzzati, Domenighini, i fratelli Pagot e Cavandoli.
È a tutti loro e a tutti gli altri maestri di questa meravigliosa arte a cui si dovrà rendere la dovuta attenzione ed il giusto omaggio.