Come a casa tua
Laboratorio esperenziale di autoscatto fotografico sui temi dell’identità e alterità

Piano didattico ideato da Danilo Cognigni
Progetto di Benedetta Montini

Docenti Danilo Cognigni: fotografo ed esperto di semiotica visiva
Benedetta Montini: Artista - Fotografa - Performer

Il laboratorio esperenziale nasce dal progetto PHOTOPERFORMER di Benedetta Montini e da un progetto didattico ideato da Danilo Cognigni.
L’autoritratto, l’autoscatto in ambito fotografico, è un’esperienza estetica di mimesi artistica. L’autoritratto è anche un esempio perturbante della relazione dell’uomo con la propria immagine dove oltre alla dimensione psicoanalitica consistono meccanismi fisici che ne presiedono la dinamica esecutiva. Ogni riproduzione del sé eseguita, osservata oppure immaginata richiama e rispecchia la formazione dell'io. Il sè è riflessione, anche la fantasia è riflessione; la riproduzione è una possibilità del sè.

“Come a casa tua” è un’esperienza tesa ad indagare la complessità dello spaesamento e del modificarsi della propria identità in spazi estranei: un atto figurale della propria immagine, la schiuma dell’inconscio che vuol farsi figura. Un modo destinato alla realizzazione di immagini non elettive, affidate ad una rappresentazione dimenticata da ogni “lezione” estetica.
In molte fotografie di “ritratti” esiste un fascino particolare, quell’imprevedibile “non venir bene”, che altro non è se non qualcuna delle miriadi di “pose” intermedie, all’interno delle quali esiste il davvero mai visto, la promessa mancata dello specchio.

Il laboratorio avrà corso nelle abitazioni di persone immigrate, o comunque non radicate o ai margini del comune contesto sociale del nostro paese, che nello specifico vivono nella vicina periferia di Fermo: “zone bianche“ che si pongono come negazione stessa dell’enunciazione. Periferia, luogo “altro “, la parte marginale, limite incerto dell’abitare modellato dal collasso dei codici; spazio dell’alterità.
Nell’alterità esiste un organismo semiotico, un metariflesso, che nello specifico antropologico, consiste in un lessema assiologizzato e governato dal ”moralismo” perbenista.

Autore e soggetto della fotografia coincideranno e si troverannno a lavorare in un ambiente sconosciuto, non addomesticato, dove “l’autorialità”, intesa come creatività del singolo, si dovrà liberare alla ricerca della propria identità in uno spazio incognito e perturbante: la casa di un altro. Esercizio di “meticciato” dunque, di ricerca, dove anche per le identità più resistenti ad ogni forma di dubbio rispetto all’autoconvincimento, potrà emergere un moto creativo di revisione.
Lo spazio dell’altro, sostituito alla solidità delle certezze legate ai ruoli identitari, assumerà una funzione “ri-mediante”. Come, facendo richiamo alla mitologia greca, tentò di fare Eco, l’incantevole ninfa della montagna, entità salvifica per Narciso, simbolo di un atteggiamento dell’Io che sa amare esclusivamente sé stesso. L`aspetto filosoficamente più rilevante del mito consiste nell`impossibilità dell’incontro dell’identità costretta (Narciso) con la pura alterità (Eco).
É importante aggiungere, secondo un approccio scientifico/psicologico, che nello “scuotimento” dagli irrigidimenti sensoriali consiste uno dei fondamenti dell’intero processo percettivo: [...] non può esserci percezione se non c’è movimento. Dove: tra orientamento e disorientamento, consiste l’attraversamento, l’esperienza del modificarsi e del percepirsi.
Alla base del nostro discorso è proprio il concetto di eco a sostanziare uno dei punti fondamentali: un impulso nasce da qualche parte, attraversa lo spazio e consiste un tempo, nella percorrenza “cede” parte della sua consistenza, poi incontra l”altro”, la superficie su cui riflettere per poi tornare indietro al punto di origine. In questo processo sono chiamati in causa: l’esperienza dell’attraversamento, la modificazione, la cessione, l’acquisizione, la contaminazione, la trans-mutazione; una nuova identità trans-figurata.

SINTESI DELLE FASI DIDATTICHE

1A Fase
Lezione frontale in aula. Esplorazione dello scenario artistico fotografico sul tema dell’autoscatto. Approfondimenti teorici e fenomenologici tra i nomi più significativi: Robert Cornelius, Francesca Woodman, Roman Opalca, Ana Mandieta, Cindy Sherman, Arno Rafael Minkkinen. Benedetta Montini illustrerà la sua peculiare pratica mediale tra autoscatto e performance.

2A Fase
Lezione di applicazione pratica. I docenti illustreranno gli approcci psicologici, gli stati pregiudiziali e gli atteggiamenti autocensori, i processi tecnici di ripresa, le strutture semiotiche della rappresentazione fotografica e l’evolversi della trans-figurazione artistica.

3A Fase
Fase esecutiva. I partecipanti incontreranno “la casa d’altri”.
Gli abitanti metteranno a disposizione gli ambienti della loro vita quotidiana, gli allievi “come a casa tua” dovranno individuare spazi, oggetti, percepire ed assorbire la stimmung del luogo/spazio, confrontarsi con l’alterità, lasciarsi “contaminare”, assumere la condizione di meticciato, per poi procedere nell’esecuzione degli autoscatti.

4A Fase
Fase laboratoriale di post-produzione e fotoelaborazione. Discussione finale degli elaborati

PROGRAMMA

• Oltre il clichè tecnico formale
• Difficile vedere noi stessi
• Se qualcuno mi guarda
• Il tempo come ossessione

• Il frammento dell’intero
• Il sé come frammento di un tutto
• Il finito del non finito
• Quella parte dell’invisibile che si fonde con l’Universo

• Il tempo come ossessione
• Nel proprio volto il movimento invisibile del tempo
• Il volto come ragione del vivere
• L’autoritratto come antidoto dell’immanenza della morte
• Memento mori costante

• Il corpo diafano
• L’autoscatto come negoziazione dell’Io
• Logica della sensazione e del camuffamento
• Rimeditazione e rimediazione dell’identità
• La nozione intima di sé o atto figurale dell’esistenza?

• La fotografia come strumento alchemico di metamorfosi

• Oggetto/fatto sorgente e immagine mediale/mediata
• Espressione, significazione, designazione
• Lo spazio simbolico, lo spazio plastico, lo spazio figurativo
• Il processo di trans-figurazione (semiotizzazione)

ATTREZZATURE DI DOTAZIONE PERSONALE

• Fotocamera reflex digitale
• Cavalletto
• Computer portatile (facoltativo)
• Software per postproduzione (facoltativo)

Durata del laboratorio esperenziale: 20 ore
Luogo: petite maison des sons et lumières
Date di svolgimento: date di svolgimento in via di definizione
Costo: euro 100

La petite maison des sons et lumières è un’organizzazione no profit, l’intero ricavato viene utilizzato per lo sviluppo, per la ricerca, per l’investimento tecnologico e per i supporti didattici delle attività svolte. Per partecipare alle attività didattiche occorre essere nostri associati; tesseramento Socio ordinario euro 5 con validità a tempo indeterminato.