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Film/Documentario, durata 119 minuti
la vicenda
di ian curtis, il cantante e leader dei joy division, morto suicida
a 23 anni nel 1980, in una ricostruzione che inizia con la sua
adolescenza a manchester e si addentra tanto nella sua carriera
artistica quanto nella sua vita personale, fino a culminare con la
morte avvenuta poco prima del tour americano che avrebbe potuto
elevare i joy division da band di culto dell'area post punk a
fenomeno musicale di più ampia portata. |
17 maggio 1980: alla vigilia del primo tour
americano dei Joy Division, Ian Curtis chiude drammaticamente la
sua parabola terrena lasciandosi alle spalle un matrimonio precoce,
una figlia, due album (il secondo, dopo Unknown pleasures, è Closer,
ed uscirà postumo), una relazione con la giornalista belga Annik
Honore e soprattutto il peso dell’epilessia.
La
musica e le immagini in bianco e nero hanno anzitutto il potere di
restituire un’epoca ed un pugno di personaggi legati a un’idea della
musica radicalmente diversa da quella attuale. Metà dei ’70,
periferia inglese degradata, Bowie e i Roxy Music suonati a volume
alto sull’impianto stereo economico di casa, i primi esperimenti con
le droghe, le prime liriche buttate sulla carta. Poi c’è il
tormento, la cupezza di Ian Curtis, il suo sguardo sconsolato
puntato sul mondo, sulle insicurezze umane. |
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per
i titoli ove non è stato possibile identificare e rintracciare
l’effettiva titolarità dei |
tutti i diritti di proiezione, ove dovuti, sono stati assolti direttamente con i distributori |
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regolamento |
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trailer | ||
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